martedì 13 dicembre 2011

Chuck Schuldiner - Memorial


Dieci anni. Dieci anni esatti sono trascorsi, oggi tredici dicembre 2011, dalla dolorosa scomparsa di un genio, Chuck Schuldiner, l’indimenticabile leader dei Death. Dieci anni volati in un soffio, senza che il suo ricordo si fosse minimamente affievolito: sembrava invincibile, Chuck Schuldiner, un ragazzo sensibile ma capace di meritarsi sempre l’ultima parola, ed infatti il Destino ha dovuto inviargli contro la Morte in persona, per riuscire ad abbatterlo. Laddove non erano bastati tradimenti, infamie, tragedie e delusioni assortite, un tumore al cervello fu fatale. Al cervello, non a caso: quella cripta in cui pulsavano i pensieri profondi e le riflessioni mature di un ragazzo mai banale, mai vittima degli stereotipi, sempre acuto ed intelligente. Troppo intelligente per essere compreso nel mondo dei falsi e degli ipocriti, troppo dotato nella tecnica per poter godere di una fama che non si limitasse solo al pubblico metal più affezionato, che mai ha smesso di restare stretto attorno all’anima immortale del suo totem.

Ne abbiamo celebrato la grandezza musicale, ripercorrendo passo dopo passo ogni frammento della sua carriera, e ne abbiamo assaporato la poesia, esaminando ogni virgola dei suoi testi emozionanti e toccanti; ed ora lasciamo che sia lui stesso a parlare in maniera diretta e senza veli, recuperando gli stralci più interessanti emersi in centinaia di interviste rilasciate negli anni. Dal death brutale e caotico degli esordi a quello tecnicissimo e labirintico della sua maturità, Chuck Schuldiner ha sempre mantenuto una visione del mondo pessimistica e rabbiosa: il primo disco, con testi splatter ispirati da alcuni film horror, è una parentesi a sé stante, perché negli anni successivi il ragazzo si è concentrato sulla vita di ogni giorno, esprimendo sia nei testi che nelle interviste un sacco di punti di vista interessanti ed affascinanti, capaci di ribadire una volta di più i suoi valori e la sua forza d’animo notevole, senza mai cadere nei luoghi comuni o abusare di sterili clichè.

"Non sono satanista. Abbiamo avuto alcuni testi di tipo satanico fin dai vecchi tempi, ma la maggior parte di questi sono stati scritti dal nostro ex batterista e cantante Kam Lee. Appena lui ha lasciato il gruppo, ho preso il controllo su questo tipo di cose. I miei testi si basano più sul tema della morte e della vita reale o prendono spunto da qualche film gore. Per esempio, ‘Torn To Pieces’ è ispirata dal film ‘Make Them Die Slowly’ e ‘Scream Bloody Gore’ da ‘Re-Animator’." (1987)

"Il prossimo album sarà migliore di 'Leprosy' e 'Scream Bloody Gore'. Metteremo in esso di tutto, ritmi veloci, ritmi lenti, tutto. Anche i testi, come già su ‘Leprosy’, saranno più realistici che sull'album di debutto. Ho trovato più semplice scrivere della vita reale e penso che essi facciano riferimento ad un sacco di persone. In questo mondo accadono un sacco di cose di cui vale la pena scrivere, tutto quello che devi fare é aprire un giornale o accendere la televisione." (1989)

"Mi piacerebbe che qualcuno si interessasse ai testi abbastanza da comprare una copia di 'Human' e rendersi conto che io scrivo di argomenti sensibili, che non tutti i gruppi metal scrivono di morte e distruzione. Se riuscirò a cambiare il modo di pensare anche di una sola persona sarò molto felice, avrò fatto il mio lavoro." (novembre 1991)

"Hanno sempre attaccato duramente i miei testi, sono stato accusato di essere blasfemo e demoniaco, forse perchè Tipper 'Crazy' Gore (esponente del PMRC, associazione indirizzata alla censura nel mondo della musica, ndr) non ha mai la briga di leggere attentamente i miei testi. Non nego nulla del mio passato, sono orgoglioso delle mie canzoni e dei miei testi. Sarei pronto a sfidare chiunque, testi alla mano, dando ogni più piccolo dettaglio per mostrare il significato di ogni singolo verso." (febbraio 1992.)

"(‘Individual Thought Patterns’) sarà un concept sulle persone che sono costretto ad affrontare ogni giorno, cose che sono stufo di vedere, pregiudizi della gente, l'incapacità della gente di pensare con la propria testa, la gente là fuori e quella all'interno di questo business, che a mio parere rappresenta il male puro. Questo business ti fotte, e sicuramente i testi riflettono le persone che sono presenti in questo mondo, sono un buon modo per riassumerne le caratteristiche." (Inizio 1993)

"Mi piace parlare della realtà, a volte la vita é peggiore di molti incubi. I testi vanno presi molto sul serio, perché in qualche modo sono una parte di me. Spero di comunicare agli ascoltatori alcune cose su di me, i sentimenti, i momenti difficili che ho passato. Amo scrivere la musica: se possibile, di notte, mi siedo e tiro fuori tutto me stesso. I Death sono la mia band, ma ho solo detto a Gene, Steve ed Andy di suonare a modo loro, senza imporre nulla." (agosto 1993)

"Per quanto riguarda la scena black metal norvegese, sono molto confuso sul comportamento di alcune persone, io non capisco cosa significhi la musica per questi ragazzi. Voglio solo dire che la gente a volte perde il contatto con la realtà. Penso che lo scopo della musica sia renderci felici e non dovrebbe essere accompagnato dalla tortura di animali o esseri umani. I Morbid Angel hanno dichiarato che non gliene fotte un cazzo della guerra in Ex-Jugoslavia? Per me é molto triste sentire che la gente sta combattendo da qualche parte, in una guerra. Non credo che la guerra sia una risposta, uccidere provoca solo dolore. Nella vita ci prendiamo cura di molte cose e non solo della musica, che ovviamente é importante; tuttavia, queste sono le cose che ci circondano e cerchiamo di inserirle nelle nostre canzoni." (gennaio 1994)

"Quando guardo tutto quello che abbiamo fato fino ad ora so che non sono mai stato più entusiasta della band; ho fatto tutto per la musica. Per me il metal é molto importante, e non potrò mai voltargli le spalle. Io uso la negatività delle persone come combustibile per la mia creatività musicale. Leggo quello che scrivono i critici, quello che odio è che loro pensano di poter scrivere qualsiasi cosa, positiva o negativa, e non importa se fanno del male alle persone. Odio quelli che scrivono intenzionalmente delle cazzate solo per vendere di più o per ferire le band che non piacciono loro. Purtroppo accade a molte band, di qualsiasi genere musicale." (gennaio 1994)

"Sono convinto che sia possibile raggiungere la felicità, anche se ci si avvicina ad essa solo attraverso un percorso irto di ostacoli e di asprezza. Per me essere felice vuol dire aver raggiunto serenità ed equilibrio interiori ed aver acquisito la capacità di distinguere ciò che è veramente importante da ciò che non lo è. Spero di essere sulla strada giusta. La mia qualità migliore? Credo sia la mia determinazione. Non mi fermo mai davanti agli ostacoli fino a che non ho raggiunto il mio obiettivo." (ottobre 1995)

"La copertina di ‘The Sound Of Perseverance’ rappresenta una montagna da scalare. Questo é un tipo di montagna positivo, può fare un pò di paura ma rappresenta la ricerca, la spinta a salire per raggiungere qualcosa, forse cadendo un paio di volte, ma sempre rialzandosi. Alcune persone sono in fondo, altri nel mezzo, alcuni in alto, come a simboleggiare tutti i passi che si compiono nella vita, soprattutto se si possiede un sogno, se si vuole raggiungere qualcosa. Per me, il sogno é la musica. La gente cerca di rovinarmelo parlando male di me, si sa, é stato messo qualsiasi ostacolo sulla mia strada, ma io voglio andare avanti, lotterò per raggiungere ciò che voglio. Il titolo e la copertina sono molto importanti, sono un pò la mia visione della vita, di quello che sto facendo." (estate 1998)

"Rispetto ai tempi di ‘Scream Bloody Gore’ sono più vecchio di quattordici anni. Quindi sono sicuramente molto diverso, perché si ragiona in maniera molto diversa quando hai sedici anni e quando ne hai trentuno. A sedici anni si é giovani, ed io ho imparato un sacco lungo la strada, un sacco di cose buone, passando attraverso un sacco di stronzate. Al tempo stesso, mi sento bene con quello che mi é successo musicalmente, la musica é il motivo principale per cui sono qui. Sono qui per suonare musica, e spero che questo alla gente piaccia. Questo é tutto ciò che per me conta, sicuramente sono cresciuto molto come persona e come musicista: due cose che vanno insieme, di pari passo." (estate 1998)

Proprio le differenze con lo stile dei primi anni sono sempre stato argomento al centro di discussioni e paragoni; se nei primi anni novanta Schuldiner amava definirsi, con un pizzico di arroganza, l’inventore del death metal, nelle ultime stagioni di vita il musicista imparò a riconoscere anche l’importanza di quelle band più o meno estreme che lo avevano influenzato, conferendo loro i giusti meriti e un rispetto inscalfibile. Di pari passo a questa avvenuta maturità, si potrà notare il percorso di distacco compiuto nei confronti del death metal stesso, almeno dal punto di vista “teorico”: rifiutando ogni genere di classificazione, e preferendo definirsi più semplicemente “heavy metal”, Chuck Schuldiner si schierava a difesa del metal stesso nel suo senso più ampio, auspicandosi la fine delle inutili divergenze tra generi differenti e denunciando l’inutilità di tanti frazionamenti interiori. Anche in questo caso, è molto interessante osservare come il suo modo di pensiero si evolva nel corso degli anni, pur rimanendo fedele alle sue linee guida, coerente come sempre.

"Ho sentito qualcuno paragonarci ai Possessed, ma io non la penso così. Se si vuol dire che il mio stile di canto ricorda quello di Jeff Becerra allora bene, ma il mio songwriting è davvero lontano da quello che Larry Lalonde e Mike Torrao suonano al giorno d'oggi. Penso che i miei riff siano molto più pesanti e dal suono più morboso, anche se amo ancora i Possessed." (1987)

"Io suono death metal da più tempo del 95% delle persone che dicono queste sciocchezze su di me. La musica per me é più di un semplice hobby, e chi ascolterà il nuovo cd dei Death potrà capire il vero spirito del death metal. Alla fine io ho contribuito a generare in modo non insignificante questa direzione musicale." (ottobre 1991)

"I Morbid Angel sono stati cacciati dal nostro tour? Il fatto è che Death e Morbid Angel avevano un accordo da headliner, quindi abbiamo dovuto cercare una soluzione; la nostra proposta era quella di lasciare che i Morbid Angel chiudessero la serata per due volte e noi tre, era il massimo che avremmo potuto fare. Tutto ad un tratto però i Morbid Angel hanno chiesto di suonare tre volte da headliner, e questo non lo potevamo accettare. Il promotore del tour ha dunque respinto i Morbid Angel. Guarda, può sembrare arrogante, ma dopotutto i Death sono tra i fondatori del death metal, abbiamo pubblicato quattro album e loro due. Inoltre offriamo molto più di loro, in realtà avremmo tranquillamente potuto essere headliner in ogni spettacolo. Non ho nulla contro i Morbid Angel, non ho paura di loro e non me ne fotte un cazzo di quello che faranno, solo che non lascerò che mettano alcuna pressione su di me. Faremo questo tour europeo e nessuno ci insegnerà come si fa, i nostri fans europei meritano di vedere un cero concerto dei Death e stanno per averlo." (dicembre 1991)

"Quei gruppi moderni dovrebbero smetterla di imitare, altrimenti il death metal non sopravviverà. Non é quella l'intenzione [con cui si lavora, ndr]. Spero che ITP porti il metal ad una forma d'arte di livello più alto. L'album dimostra che puoi ottenere un sound pesante e melodico allo stesso tempo, anche senza accordare la chitarra extra bassa, dando più opportunità al songwriter. Non mi pongo nessun confine, abbandono i sentieri già conosciuti, perché la progressione é ciò che mantiene viva la musica. Se suono ancora death metal? No, io suono heavy metal potente, senza nessun riferimento satanico. L'adorazione del diavolo non c'entra nulla con me." (1993)

"Non mi piace dividere le cose in categorie. Quando ho formato la band avevo voglia di formare una band heavy metal, questo é quello che pensavo, perché in fondo é questo che stavo suonando. Dopo è stato messo tutto quanto in una categoria, bloccato dietro un'etichetta; ma io ero un grande fan di tanti tipi di metal nei primi anni ottanta, quando iniziavo a suonare la chitarra. E tutto questo mi ha ispirato in modi diversi: Iron Maiden, Metallica, Slayer, Mercyful Fate, Raven. E' sempre metal! Penso che la categorizzazione sia limitante, se si pensa ad un gruppo come ad un 'gruppo metal' esso potrebbe interessare un vasto pubblico, se composto da persone di mentalità aperta. Questa é una cosa importante. A me piacciono tutti i tipi di metal, quello veramente pesante e quello più melodico, tutto può essere piacevole." (estate 1998)

"Qual'è il mio contributo all'heavy metal? Beh, non saprei rispondere. Voglio dire, spetta ad altri dirlo. Spero che il mio contributo sia quello di mantenere vivo l'heavy metal, sai, senza preoccuparsi delle tendenze o far parte di esse, perché credo che le tendenze feriscano il metal, il vero metal. Io sono vittima del potere delle tendenze. Non voglio far parte di una tendenza, voglio andare avanti e mantenere le cose nella realtà, questa é la mia responsabilità." (estate 1998)

"Considero ‘The Sound Of Perseverance’ semplicemente come un album metal. Non ho mai apprezzato coloro i quali si divertono a creare decine di sottoetichette all'interno del movimento metal. Sì, detesto tutto ciò! Io ho sempre suonato dell'heavy metal, eppure ogni volta che esce un disco dei Death mi ritrovo etichettato nei modi più disparati. Fanculo, io faccio del metal! Detesto qualsiasi tipo di barriera e di regola, proprio a partire dalla musica." (ottobre 1998)

"Diciamo che non ho mai fatto niente per essere considerato una sorta di guru del death metal. Si, sento da anni questa storia di Chuck Schuldiner padre del death metal e ne sono lusingato ma, lo ripeto, non credo di aver mai fatto niente per guadagnarmi una simile reputazione. Credo che oltre ai Death negli anni ottanta siano esistiti gruppi altrettanto importanti, il cui stile era aggressivo quanto il nostro. Il problema é che, a differenza degli Slayer, tutti gli altri hanno fatto una pessima fine. Beh, potrei citare i Celtic Frost, un gruppo veramente incredibile all'epoca. Considero ‘Morbid Tales’ un classico, un capolavoro! Poi si sono sciolti ed io invece, ringraziando Dio, sono ancora qua! Un altro gran gruppo erano i Possessed, che si sono sciolti pur avendo davanti un futuro luminosissimo. Erano tra i miei gruppi preferiti negli anni ottanta. Il mio obiettivo, invece, é sempre stato quello di andare avanti a qualunque costo, ho sempre desiderato migliorarmi come chitarrista e scrivere testi sempre più interessanti. Sai, invecchiando acquisti in esperienza e questo si sente sopratutto a livello lirico. Insomma, credo che i Death e Chuck Schuldiner siano considerati i padri del death per il semplice fatto che, a differenza di altri, dieci anni dopo sono ancora qua a suonare e fare dischi." (ottobre 1998)

Nessun limite, nemmeno il cielo: è con questo obiettivo che Chuck Schuldiner ha sempre continuato a macinare riff brutali e assoli al fulmicotone, melodie avvolgenti e testi acuminati. Ogni album è un passo avanti, ogni disco è un’evoluzione strepitosa che innalza la tecnica a livelli di stratificazione ed architettura mostruosi ed impensabili per tante altre band. Del resto, la progressione e il guardare avanti sono una fondamentale caratteristica dell’indole avanguardistica di Schuldiner, che mai si sarebbe fermato a crogiolarsi sugli allori. Anzi. Fin dalla prima ora, era evidente il suo desiderio di crescere, crescere, crescere, a costo di sbarazzarsi di tanti musicisti statici che rifiutavano di migliorarsi al suo fianco. Proprio per questo, ma non solo, ha continuato a fare e disfare la sua creatura, cambiando line-up con una frequenza allucinante ma ottenendo sempre ciò che voleva: il superamento di ogni limite, di ogni barriera tecnica, stilistica, mentale, ricercando sempre e comunque qualcosa di nuovo, innovativo e diverso da tutto quello che era già stato creato.

"E' difficile dire cosa accadrà tra qualche anno. Penso che sicuramente miglioreremo e daremo un taglio più professionale a ciò che facciamo, ma non scenderemo mai a compromessi, snaturando il nostro sound per ottenere un maggior successo commerciale. Se raggiungiamo una grande etichetta bene, ma dovrà accettarci esattamente co-me siamo, altrimenti non se ne fa-rà niente. Non riesco tuttavia a immaginarmi quello che succede-rà tra qualche anno." (1987)

"Non sono mai stato più felice che con 'Spiritual Healing': abbiamo raggiunto qualcosa che la gente vedeva come impossibile all'interno del death metal, cioé l'essere melodici o stilisticamente variegati. Ancor più importante, abbiamo dimostrato a tante per-sone che guardano il death metal dall'alto in basso che questo ge-nere non é basato solo sul satani-smo e su tre accordi in croce. ‘Spiritual Healing' é ancora death metal brutale, ma è volutamente basato su riff più melodici, ci sia-mo presi il giusto tempo per ren-dere tutto più accattivante, e quest'accessibilità riguarda anche l'utilizzo della mia voce; anche i testi son molto importanti in quest'album, sono lì per essere ascoltati. Noi suoniamo da molto tempo e ho sempre cercato di mantenere l'attenzione su qualsiasi tendenza, abbiamo scritto dei pezzi gore quattro anni fa perché in quel momento, per noi, quella era la cosa giusta. Poi però si rafforza la necessità di cambiare, di essere ancora i primi, e anticipare tutti gli altri. E' qui che sono iniziati i problemi con Rick Rozz, perché il materiale che stavo scrivendo per 'Spiritual Healing' era completamente fuori dalla sua portata. Si é rifiutato di migliorare come musicista, sarei stato costretto a scrivere roba non troppo complessa, e quando si arriva a quel punto qualcosa deve essere fatto" (marzo 1990)

"E' sicuramente visto come un movimento serio, anche se ci so-no ancora persone che sempli-cemente non riescono ad afferra-re l'idea che una death metal band possa fare qualcosa di buono! Ma la cosa che dico sempre a queste persone é imparare dal passato. Guardare al 1983, quando é uscito ‘Kill'Em All’ e la gente diceva che fosse spazzatura, che i Metallica non sarebbero andati da nessuna parte, ma io sapevo che quella band sarebbe diventata enorme. E quando ciò é avvenuto, molta gente ha continuato ad affermare che ciò non fosse vero! Sto lavorando da sette anni per fare un passo ulteriore, voglio dire, so che ci sono molte persone che ancora non ci vedono come un gruppo serio, ma speriamo di diventare il primo gruppo capace di liberarsi di queste barriere che sono praticamente dipinte su que-sto genere dalla critica esterna. Con 'Spiritual Healing' abbiamo scritto musica complessa ed evo-luta che vuole essere molto seria. Forse non era così nelle prime battute della band, ed é un pecca-to che parte della nostra carriera è stata immortalata così sui vinili. Tutto ciò che posso fare è chiede-re scusa a nome mio e della band, ci é servito ad imparare e vivere." (marzo 1990)

"(nel nuovo disco) le mie parti di chitarra sono decisamente più melodiche e questo si riversa anche nel riffing, ed è una gran cosa che allo stesso tempo riesca ad ottenere brutalità e aggressività, mescolandole alla melodia stessa e alle vocals tipiche del death metal: é una combinazione killer, che purtroppo alcune persone ritengono impossibile da realizzare; io invece penso che sia positivo, sono molto felice di essere riuscito a combinare tutti questi elementi in un solo disco. La gente ha criticato la musica di 'Spiritual Healing' per il fatto di essere troppo melodica, ma il punto é che anche su 'Scream Bloody Gore', che é un album brutale, c'era melodia. La mia musica non é rumore, non é merda da bar. C'era melodia in 'Zombie Ritual', nell'introduzione della can-zone. Ci sono sempre state tracce di melodia nella nostra musica, e ce ne saranno sempre. Questo é ciò che ha reso il nostro suono diverso da quello di chiunque altro là fuori, noi non siamo limitati a soli tre accordi. Dunque molte band non hanno nemmeno idea di come si possa creare uno stato d'animo, perché sono troppo im-pegnate a tirare fuori ritmiche e satanismo. Potrei stare qui per ore a dirti quanto io sia deluso dal fatto che la gente sia così limitata mentalmente, che metta un limite al death metal. Personalmente, ho intenzione di ampliare e aggiungere nuovi elementi alla mia musica in ogni album, senza alternare drasticamente il suono della band" (agosto 1991)

"Da ‘Scream Bloody Gore’ suoniamo solo 'Zombie Ritual', e spero che i fans capiscano questo mio punto di vista. Non mi vergogno di guardare indietro, ai giorni dei miei esordi, era-vamo molto fanatici. Stavamo cercando di suonare nel modo più pesante e veloce possibile, e questo mi portava ad omettere gli aspetti tecnici e compositivi. Sento ancora che quei pezzi erano carichi di buone idee che si adatterebbero bene anche alle nuove canzoni, ma é qualcosa a cui sono assolutamente contrario. Cose che avrebbero reso i Death stagnanti. I riff e le costruzioni con cui lavoro oggi sono molto più tecnici, ben ponderati ed intelligenti: mi sarei limitato molto se mi fossi attenuto al vecchio. Questo potrebbe sembrare pretenzioso, ma anche ora, dopo tutti questi anni, ho ancora voglia di evolvermi, soprattutto per ritenermi soddisfatto della mia musica. Quando mi dici che ti piacciono i miei vecchi album e i demo ti rispetto, ma non lascerò che questo mi influenzi minimamente. Ci sono band che suonano ripetutamente la musica che li ha portate al successo, al fine di soddisfare i fans, ma finiscono col perdere tutta la loro creatività originale. Quelle band moriranno di una morte lenta, continuando a imitare se stessi in maniera artificiale e senza evolversi. Voglio evitare che questo avvenga con i Death. I miei ideali cambiano continuamente, per scrivere meglio la musica, suonare con una componente più tecnica e mantenere fresca l'originalità. Quella voglia di perfezione è la mia più grande motivazione e la mia personale interpretazione del metal." (giugno 1993)

"Gli elementi tipici dei Death sono la tendenza a utilizzare atmosfere pe-santi, senza dimenticare la melodia e la capacità di evolvere come musicisti, perché é assurdo pensare di restare sempre uguali a sé stessi. Non mi importa delle critiche contro di me, voglio solo migliorare costantemente in quello che faccio, é una sfida per non diventare 'alla moda', ora che è tutto alla moda anche all'interno di un genere come il death metal, che é diventato popolare. Dovete pensare a modo vostro, altrimenti non si sopravvive." (agosto 1993)

"Odio quando una band pubblica uno stesso disco due volte. Non vorrei farlo. Devo coesistere con le mie registrazioni per il resto della mia vita, quindi non voglio ripetermi. In più, non voglio che le persone che comprano i miei dischi restino deluse. Cerco sempre di migliorare come musicista e lasciare che la musica si evolva naturalmente. Sono autodidatta. Ho preso una lezione di chitarra e ho imparato 'He's Got The Whole World In His Hands'. Questo é stato abbastanza per me. Ho sempre pensato che fosse meglio non seguire quello che i libri didattici e gli insegnanti dicono. E, a dire il vero, non sono mai stato troppo bravo a copiare materiale degli altri, ed é per questo che abbiamo iniziato a scrivere le nostre canzoni non appena abbiamo formato i Mantas. Dal momento che non sapevo suonare nulla correttamente, ho dovuto creare delle mie scale e diteggiature. Facendo le cose per conto mio, sono stato in grado di sviluppare un'identità di chitarrista, più di quanto avrei potuto fare studiando su un libro. So abbastanza su quello che sto suonando per memorizzare le scale e tutto, ma non ho idea di come queste vengano etichettate, Faccio tutto a orecchio. So che suona poco professionale, ma é come ho sempre fatto le cose. Finché posso suonarle, memorizzarle e applicarle, non ho bisogno di sapere come si chiamano." (settembre 1993)

"Quando ho iniziato nei Mantas, il nostro batterista Kam Lee cantava, ma si é stancato dopo un pò, così mi sono occupato io delle vocals. In un primo momento ho cercato di cantare con voce normale, ma non funzionava, così ho optato per un approccio più brutale. In realtà non é un modo piacevole per cantare, e a volte ho anche paura. Voglio dire, ho ventisei anni adesso, e ho iniziato a cantare in questo modo quando ne avevo sedici. In quel momento non pensavo che avrei dovuto cantare in questo modo per dieci anni. Ora ci sono abituato, per quanto riguarda l'apprendimento non devo sforzarmi troppo, ma ci vuole ancora un sacco di energia e un sacco di sforzi alla gola per ottenere un risultato. Credo che la mia voce sia la più grande limitazione alla nostra musica, é la realtà. E' troppo scioccante e brutale per un pubblico più aperto, e non c'é modo per aggirare questo ostacolo. So che molte persone non prendono seriamente questo stile di canto, ma io cerco di fare del mio meglio con quel che ho. Mi sento consapevole di dover lavorar sodo per cantare bene, Mi piace pensare che la mia voce sia un pò più personale rispetto alla media dei can-tanti death metal, la maggior parte dei quali non mette grandi sforzi nelle proprie linee vocali, o usano un sacco di effetti per aiutarsi. io no, non ci sono stronzate quando si tratta della mia voce, quello che si sente é tutto mio." (settembre 1993)

Eppure, nonostante Chuck fosse un ragazzo sensibile e dall’animo gentile, ha sempre trovato grandi farabutti sulla sua strada, pronti a colpirlo di nascosto, tradirlo e approfittare della sua celebrità nell’underground metal. Proprio dalla sua attitudine progressista, che lo portava a cambiare i propri musicisti quando questi non si rivelavano all’altezza della situazione, ha contribuito a creare attorno alla sua figura una fama di despota, tiranno. Ex componenti dei Death, gelosi del suo successo e desiderosi di campare su quel moniker, non hanno esitato ad attaccarlo a mezzo stampa, diffamandolo ed offendendolo con falsità ed accuse fuori luogo; la stampa ha purtroppo marciato sugli scoop gentilmente concessi da tali miserevoli individui e alla fine Evil Chuck è diventato un dittatore scorbutico quasi per antonomasia. Ma chi lo ammira, chi conosce la profondità dei suoi testi e della sua musica, non può che andare su tutte le furie di fronte a tante ingiurie: perché la bontà d’animo di questo ragazzo era evidente, palese, e farà addirittura tenerezza rileggere le dichiarazioni con le quali cercava di difendersi da tanta spazzatura. Chuck Schuldiner non è mai stato un esaltato, uno scontroso o un mostro, quanto più un ragazzo che si è fidato troppo della gente, ovvero il vero male di questa terra. E’ scivolato, ha commesso degli errori e li ha ammessi, e poi si è rialzato, come niente fosse, continuando a marciare verso i suoi obiettivi più forte di prima, e senza perdere quella dolcezza interiore e quella profondità di spirito che contribuivano a renderlo una persona splendida, oltre che un musicista sontuoso. Ogni singolo giorno ha lottato, contro il sistema, la falsità, gli inganni, l’ipocrisia fottendosene di chi voleva insegnarli come si sta al mondo, fregandosene del pensiero dei “mentalmente ciechi”, calpestando la superficialità e non piegandosi di fronte a niente, né per soldi né per altro. E’ morto in piedi, Chuck Schuldiner, senza mai essersi chinato a chi voleva muovere i suoi fili.

"Un sacco di cose sono andate storte, sembrava che il mondo intero stesse girando contro di me. Eppure, loro (gli altri membri della band, ndr) hanno deciso di partire per l'Europa. Tuttavia, Bill e Terry non erano molto felici del fatto che io non me la sentissi di partire. Mi hanno molto ferito. Dopotutto, i Death sono la mia band, e mi sarebbe piaciuto venire in Europa. In quel periodo non ero in grado di affrontare un tour e loro lo sapevano; credevo fossero i miei migliori amici, ma mi sbagliavo. I musicisti sono sostituibili, gli amici no. Sono stanco e frustrato da questa vicenda, e inoltre mi preoccupa il modo che la gente ha di guardare ai musicisti. Quando sei in una band si pensa che tu non abbia problemi personali, devi essere perfetto, non commettere errori. Tuttavia c'é una vita al di fuori della band. ne ho passate molte negli anni scorsi, ed ora spero di aver fatto tesoro della mia esperienza. Non ho avuto nessun problema di droga, ho avuto qualche problema con alcune persone del settore e alcuni problemi personali e sono arrivato a un in cui ho pensato che tutto era destinato a fallire. Sembrava ci fosse lo zampino del diavolo! Avevo bisogno di isolarmi per rimettere le cose a posto, il momento era pessimo." (marzo 1991)

"Ci sono delle cose che ora vedo sotto un'altra ottica, e non mi aspetto che i fans mi capiscano, ma grazie a Dio ho ancora degli amici che si preoccupano per me e cercano di capirmi. Ho ricevuto alcune lettere di persone che volevano sostenermi, e questo mi ha aiutato! Posso aspettarmi che la maggioranza dei fans mi odi per questo e non mi capisca, non capiscano che io sono solo un essere umano come loro. La gente non dovrebbe cercare di creare uno stereotipo soltanto perché si suona in una band. Noi non siamo ricchi, non facciamo molti soldi con questo tipo di musica, non é sufficiente per essere finanziariamente indipendenti. naturalmente so di aver perso molti fans, non mi aspetto che mi comprendano e se mi odiano e vogliono distruggere i miei album, che sia. Io posso soltanto dire ciò che é successo e quando viene capito é una cosa fica, se non viene capito è altrettanto legittimo. Io non sono una rock star viziata. tuttavia alcune persone, per motivi inspiegabili, vogliono dipingere quest'immagine di me. io sono una persona normale, un ragazzo gentile e amichevole, non una personalità complessa, e per nulla cattiva! Si può benissimo andare d'accordo con me, per lo meno se non sto affrontando un milione di problemi! Penso di esser stato frainteso a causa di ciò che é successo, é deplorevole. mi ricordo i tempi in cui la scena death metal era molto più ristretta e tutti si conoscevano. Da allora ho ancora degli amici, veri amici, che stanno con me in questo momento. Tuttavia ci ho perso anche molto, ed ho imparato a dare molto più valore alla vera amicizia." (marzo 1991)

"Anche prima di tutta la merda legata al tour europeo avevo problemi nella mia vita, e dovevo prendermi una pausa. Certo, non era il momento migliore, ma perché sono un essere umano e avevo bisogno di tempo per me stesso sono un bastardo? Se la gente pensa questo, va bene, ma io farò quel cazzo che voglio nella mia vita, per essere felice. Nessuno controlla la mia vita. Adoro le persone che acquistano i nostri album, perché mi permettono di continuare ad esistere nella scena musicale; apprezzo quello che le persone fanno quando comprano i dischi e supportano le band. Il fatto é che ognuno deve fare cose, nella vita, che a volte sembrano non avere senso agli occhi degli altri. Le mie azioni possono aver portato le persone a pensare questo: le persone pen-sano automaticamente che sei un mostro psicotico solo perché altri affermano questo, ma penso che dovrebbero cambiare modo di ragionare. Io ho degli amici, non sono una persona senza amici come molti potrebbero pensare. Ho ancora un sacco di amici, anche se ne ho persi parecchi. Chi mi conosce sa che non sono nè un coglione, nè un fottuto bastardo, nè una rockstar, un mostro psicotico o qualcosa del genere come qualche cazzo di rivista europea si diverte a scrivere! Vorrei essere perfetto come loro, si comportano come fossero perfetti, come se non avessero difetti. Ho le mie colpe, non ho mai affermato di essere una persona perfetta. Come tutti continuerò a fare errori nella vita. Il fatto é che dagli errori dobbiamo imparare per migliorarci, non fermarsi a commentarli." (agosto 1991)

"‘Human’ è una vendetta nei confronti di) chi mi ha maltrattato davanti al mio pubblico. Oppure alla gente che automaticamente parte dal presupposto secondo il quale io sia un coglione. Se agli ex membri viene chiesto di lasciare la band, essi cercano la vendetta mentendo sul mio conto. E purtroppo la gente vuole credere al peggio. Non pensano che potrebbe non essere vero, aspettando di scoprire la verità, ma pensano subito 'wow, davvero? è un mostro egocentrico'! Molte persone prima dell'uscita di 'Human' sostenevano che non ero più nel mondo della musica, altri che stavo per formare una band glam, altri ancora che ero finito in un istituto mentale. Queste sono tutte bugie, bugie viziose. E' spaventoso come inducano la gente a credere a tutto ciò. Questo album è un grande schiaffo in faccia a tutte le persone che hanno cercato di abbattermi. Supportate la musica, non i rumors!" (novembre 1991)

"Dopo esser stati colpiti dalla solita merda ho pensato 'dannazione, un altro album, un altro anno, altri fottuti casini che scoppieranno'. Sentivo che il nome della band e il mio nome, come persona, erano infangati da persone che mi dipingevano la reputazione di pezzo di merda. Ma ora il mio atteggiamento è 'vaffanculo, continuerò a fare quello che faccio, e se alla gente piace piace, altrimenti lo farò comunque. Non ho intenzione di permettere a nessuno di decidere questo, le persone possono portare via i miei soldi ma non possono togliermi la capacità di fare quello che sto facendo ed ho intenzione di continuare a farlo." (inizio 1993)

"Dicono che sono uno stronzo, ma le persone che diffondono queste voci mi conoscono davvero? E' vero, ho avuto dei problemi con alcune persone, ma questo é normale quando si devono avere molti contatti come capita a me. I miei princìpi sono semplici, se qualcuno é amichevole con me può aspettarsi lo stesso trattamento. Non voglio entrare in altri affari ancora una volta, ma quasi mai mi sento responsabile per questo tipo di merda. Un sacco di stronzate vengono diffuse da chi é geloso perché io ho raggiunto quello che loro possono solo sognare. Non possono sopportare il fatto che i Death significhino qualcosa, é gelosia. Ho scritto una canzone che parla proprio di quelle persone, sul nuovo album, con un titolo idoneo: Jealousy. L'unico modo che ho di difendere me stesso é attraverso le canzoni. per tutto il tempo si sente solo la loro versione dei fatti, raccontata dal loro punto di vista, che nasconde ciò che realmente hanno fatto. E' stato detto che io faccio questa musica solo per soldi. Ma cazzo, non ho visto un centesimo! Ho lasciato gli States con pochissimi dollari sul mio conto. Se avessi suonato per soldi avrei suonato in qualche gruppo glam. E' difficile vedere soldi quando suoni in questo genere. Death può essere diventato un nome conosciuto e famoso, ma non mi ha reso ricco. La mia unica motivazione é la musica che suono. Vorrei guadagnare più soldi, certo, ma non credo che questo accadrà in futuro." (giugno 1993)

"I nostri album nascondono un concetto profondo, un argomento che mi preoccupa molto e riguarda l'intera attività musicale e le situazioni che accadono intorno ad una band. Mi riferisco a quelle persone invidiose che di fronte vi sorridono, e poi alle spalle vorrebbero vederti morto. 'Jealousy', una canzone tratta da 'Individual', racconta proprio di questo; c'é sempre qualcuno che vi vuole rovinare. Voglio che i fans conoscano questa realtà, quello che succede dietro le quinte, e se la mia musica può essere usata per denunciarlo, beh, io la uso. Ognuno é libero di fare e pensare ciò che vuole. Io sono stato molto sfortunato, essendo sempre esposto al cattivo comportamento di critici e di alcune fottute persone nel mondo del business; essere pugnalati costantemente alle spalle é una sensazione disgustosa e triste da sentire, come rendersi conto che chi credevi essere un vero amico ti ha tradito. Mi piacerebbe che ognuno seguisse la propria strada, senza ostacolare gli altri, senza invidia o rancore, ma purtroppo la realtà é diversa. E' incredibile che io venga dipinto come un despota! Mi fa impazzire sapere che ci sono persone che mi offendono senza neppure conoscermi davvero e senza sapere come sono andate le cose! Possiamo facilmente riferirci ad alcuni ex membri della mia band che ancora continuano a parlare male di me, ma che non hanno il coraggio di dirlo in faccia! La loro unica arma é riempire il mondo di bugie. Non ho mai pensato di mollare tutto, al contrario, ho sempre pensato 'Chuck, non vale la pena di arrabbiarsi'. Non faccio questo lavoro per soldi, ma perché non posso fare a meno di suonare, io amo troppo la musica, perché dovrei buttarla via? Per un gruppo di poveri invidiosi? Per tre volte hanno pensato che i Death fossero finiti, ma non mi hanno mai fatto cadere e mai ci riusciranno, io continuerò a suonare finché ci sarà qualcuno che apprezza la mia musica sulla Terra." (agosto 1993)

"Il titolo del nuovo disco riguarda la perseveranza, e dice tutto sul mio modo di guardare ai Death e a me stesso. I Death insistono ancora, nonostante tutta l'opposizione di chi sostiene il business, le nuove tendenze ed altre stronzate. Ho per-severato! La cosa più fastidiosa che ho dovuto affrontare? Ci sono stati alcuni musicisti fastidiosi che hanno at-traversato la mia strada. Ad un certo punto ero molto arrabbiato per tutte le storie che si raccontavano su di me, di come fossi imprevedibile. Comunque oggi sono in grado di gestire molto meglio quelle cose. Ci sono persone che si annoiano così tanto da avere un sacco di tempo per spettegolare sugli altri, ininterrottamente. Non lo considero un mio problema, ma un loro problema. Cosa mi motiva a continuare? Una sincera passione per questa musica e il mio essere un ragazzo testardo. Possono dirmi mille volte che questa musica é passata, ma continuerò a pensare il contrario. Vivo solo, sopratutto a causa del mio stile di vita sobrio. Ho un appartamento molto piccolo. Io non sono ricco, come molti giovani musicisti ho dovuto cogliere anche situazioni molto svantaggiose per me. Avrei potuto guadagnare un sacco di soldi, ma é andata diversamente. Ma non mi lamento, é colpa mia prima di tutto. Sono soddisfatto però, ho due cani di grossa taglia e posso permettermi di acquistare cibo per loro ogni giorno. Se ci sono più soldi posso comprare un nuovo set di corde, che altro c'é da desiderare?" (agosto 1998)

Che il carattere di Schuldiner fosse forte ma al contempo profondo, buono e socievole, era già emerso da tante piccole sfaccettature, ed in particolar modo in quegli stralci di intervista che abbiamo appena letto, nei quali esso puntava i piedi contro chi lo definiva, ingiustamente, un tiranno; ma, in altri passaggi concessi alla stampa, l’indole mite del chitarrista di Orlando spiccava in maniera ancor più marcata, rivelando tutte le sue emozioni, le sue passioni, le sue paure interiori, le sue abitudini. Siamo abituati ad immaginarcelo come un simbolo ed un guru della storia del metal, ma alla fine era un ragazzo semplice e comune, e lui stesso ci teneva molto a smorzare quelle tendenze di mitizzazione che sempre più spesso si accendevano quando, nella seconda metà degli anni novanta, era ormai possibile attaccarlo e infamarlo e tutti preferivano dunque salire sul carro del vincitore.

"Io sono uno calmo, sono calmo fino a che qualcuno non mi rompe i coglioni, mettiamola così. Se qualcuno mi rompe i coglioni allora questo qualcuno vedrà un lato molto diverso di me, un lato che preferirei che non venisse fuori, perché non mi piace arrabbiarmi. Mi piacerebbe potermi riguadagnare la reputazione che una volta avevo nella scena, quando ero considerato una persona molto tranquilla. Ed ancora adesso sono una persona molto tranquilla. E' incredibile che io sia ancora una persona così tranquilla, dopo tutta la merda che ho mangiato. Sono molto contento di aver tenuto i piedi per terra. Non vado in giro a dire che saremo più pesanti dei Metallica sul nostro prossimo disco. Non dico ne dirò queste cose. So far bene quello che faccio, sono contento del mio materiale. Mi sento a mio agio, mi rende felice, è parte della mia vita e fin quando sarò contento di fare quel che faccio non mi preoccuperò di nessun altro." (agosto 1991)

"La mia più grande paura? La morte stessa! Quando si é in tour si hanno di fronte molte situazioni e non si sa mai cosa potrebbe succedere. Io sono il tipo di persona che pensa molto riguardo la vita, e la mia più grande paura é quella di poter morire senza senza poter dire addio alle persone che amo. Prendi per esempio Cliff Burton, Sono sicuro che non si aspettava certo di morire nel bel mezzo di un tour. Ho anche molta paura di non poter più tornare a casa. Se mi succedesse qualcosa di brutto, vorrei che i miei cari restassero uniti. Come quando Cliff morì voglio dire, tutti ancora si ricordano di lui. Non pensiamo mai che qualcosa di brutto possa accadere, fino a quando non succede a qualcuno che conosci. Questa è la cosa più terribile della natura umana, non si apprezzano le cose importanti della vita perchè tutti pensiamo che non ci succederà mai nulla a noi, ma solo agli altri. Ci sono molte cose che potrebbero accadere durante un tour. A volte è un modo frenetico di vivere, ti svegli e sei in un nuovo stato, un paese diverso; bisogna essere coscienziosi e conoscere i propri limiti. Mi piace far festa selvaggiamente, anche se non sono un gran bevitore; fumo un pò ma non ho problemi di droga o altro. E' come farsi un drink a fine giornata. Ci sono molte cose divertenti da fare in un tour, ma che potrebbero rovinarlo; sicuramente, dipende da che tipo di persona sei. Se siete il tipo di persona che ama lo stile di vita rock'n'roll più selvaggio potrete godere. Dopo un concerto preferisco farmi una doccia per rilassarmi, una chiacchierata con gli amici e prendere un pò d'aria. Ogni persona é diversa." (luglio 1993)

"Salire sul palco è pazzesco, perchè si sente tutta la gente che urla 'Death'... Onestamente non mi interessa il successo di un album, i fans significano tutto per me. E' divertente quando guardo indietro e ricordo che solo dieci persone venivano a vederci, all'inizio, il fatto che ora vedo più gente significa che stiamo lavorando molto bene. Sono felice di vederli godere ai nostri spettacoli, perché so cosa si prova. Anch'io ho acquistato i dischi, i biglietti per i concerti, o ho indossato le t-shirt dei miei gruppi preferiti. Io sono un fan che ha la fortuna di essere in una band che pubblica album. Amiamo suonare dal vivo, perché la risposta della folla é impressionante." (luglio 1993)

"Chuck Schuldiner é una persona molto sensibile, sincera, con i piedi per terra, e non un egocentrico. E non sai quanto é triste sentire il contrario, perché non credo di meritarmelo. La mia famiglia e i miei amici sanno davvero come sono e questo é ciò che conta. Mi dispiace per chi mi aveva dato per morto e sepolto, perché sarò in giro ancora per molto tempo!" (agosto 1993)

"Durante lo scorso anno la situazione é diventata stabile, così la band mi permette di sopravvivere! Negli ultimi undici, dodici anni questo é stato il primo anno in cui non ho avuto bisogno di preoccuparmi. nonostante ciò sono ancora molto, molto, molto lontano dal poter dire che il mio lavoro mi sostiene facilmente. ma al momento non ho bisogno di pensare a come pagare l'affitto il prossimo mese, e per questo ne é valsa la pena. Dopo tanto tempo é una sensazione molto buona." (marzo 1995)

Nel più profondo dell’anima, Chuck Schuldiner non era che un giovane metallaro, incazzato e appassionato, e come tale non poteva che combattere in prima linea contro i pregiudizi e le accuse che questo genere musicale ha sempre subito; lo faceva con i suoi testi (Lack Of Comprehension) e lo faceva nelle interviste, nelle quali traspariva tutto il suo amore per l’acciaio classico, le band fondamentali e l’attitudine primigenia e genuina che il metal stesso richiede. Chuck Schuldiner, in altre parole, non ha mai smesso di ascoltare la musica degli anni ottanta, restando mentalmente aperto sull’innovazione ma rifiutando le tendenze e le mode che hanno cercato di contaminare il suo genere prediletto.

"Al giorno d'oggi non ascolto molto death metal. Semplicemente non c'è più qualità, le etichette fanno firmare contratti alle band per il semplice fatto che queste hanno registrato un demo. Quando ero all'inizio, la firma di un contratto era come un sogno che si realizzava, ma significava che la band avrebbe funzionato. ora sembra che tutto ciò che si debba fare sia trasferirsi in Florida e formare una band per ottenere il contratto. Io ascolto le band più anziane, come Watchtower, King Diamond, Judas Priest, Queensryche, Mercyful Fate, Venom, la band che ha veramente iniziato l'intero viaggio del death metal, Angelwitch, gli svedesi Torch e i francesi Sortilege. A me sembra che allora ci fosse più sincerità, onestà e integrità nella musica che si produceva una decina d'anni fa. Ricordo l'acquisto di una copia del primo mini album dei Mercyful Fate, ‘A Corpse Without Soul', e di esserne subito catturato. Certo, i Mercyful Fate sembravano satanici, ma in realtà non predicavano la venerazione di Satana. Mi ricordo di aver comprato anche una copia del primo album degli Exciter, 'Heavy Metal Maniacs', quando ero a scuola, e cercavo di cambiare la mentalità della gente sull'heavy metal, ma tutti ne ridevano, pensando che fosse solo rumore. Lo stesso con 'Kill'Em All' dei Metallica: quando uscì sembrava uno scherzo, ora loro sono più grandi dei Kiss. Non sto dicendo che non ci siano buoni gruppi tra quelli giovani, ma trovarne di intelligenti è raro. E il death metal è diventato terreno esclusivo di chi sbandiera di incarnare il male, Satana, e di chi vuole suonare il più veloce possibile. Quelle bands stanno creando solo una moda, cercando di raggiungere il credito delle super bands. Non è quello che ho in mente io. Ho sentito gente criticare i Death, solo perchè io non canto di Satana e non suono a un milione di miglia all'ora? Sono cresciuto con artisti del calibro dei Venom, e credo di sapere di cosa sto parlando. in generale penso che il modo in cui la gente ascolti musica sia cambiato in peggio. L'arrivo del cd e la morte del vinile la considero molto triste. Non si può cogliere ogni minimo ronzio da un oggetto piccolo come un cd, e poi puoi programmare un lettore cd per l'ascolto selettivo delle varie tracce: questo incoraggia la pigrizia, non c'è più il fascino di esplorare un album. Sono molto rattristato dal fatto che 'Human' non esca in vinile in America." (novembre 1991)

"Alla Roadrunner pensano che il metal siano i Korn. Questa é la loro idea del metal, questo é il motivo per cui hanno trattato di merda ‘Symbolic’. Che cazzo, lo sai. So cos'è il metal e non ho nessuna intenzione di far parte di un'impresa che sposa l'idea americana del metal. Immagino ci siano persone che si auspicavano che il nuovo Death suonasse come i Korn! Fanculo a tutta quella merda!" (1998)

"L'America è sprofondata a livelli veramente bassi. Il fatto é che l'America é così alla moda, ognuno pensa solo alla moda, questo é il senso, essere alla moda per non restare indietro. Ma quando cercano di prendere questa direzione e raggiungere ciò che é moda, la tendenza é già in dissolvenza. Un trend è temporaneo, non ci si rende conto che una tendenza é un momento e nulla di più. Non voglio essere parte di tutto ciò che é temporaneo, é per questo che duro da quattordici anni, cazzo! Sono appena tornato da una promozione stampa in Europa, e laggiù la scena metal è più massiccia che mai. E' il momento che l'America si svegli. Parlo da fan, non c'entra nulla l'appartenere ad una band: sono stufo di dover fare affidamento su album di importazione per soddisfare il mio bisogno di qualcosa di nuovo. E' il momento per la vera musica di tornare, sono in procinto di ritornare in America perché ci sono un sacco di persone che la pensano come me. E' assolutamente tempo che la tradizione torni nella musica, è tempo di suonare altri tasti sulle chitarra e nuovi set di batteria. Sono stufo della semplicità che domina la scena in America. penso ci sia un sacco di divisione nella scena metal, semplicemente per il fatto che i nuovi fans pensano che la voce normale sia sfigata, mentre i vecchi fans sostengono che le nuove band urlino come scimmie. C'é troppa divisione. E ho iniziato davvero a sentire la mia età. Ho solo trentuno anni, ma comincio davvero a sentire la mia età quando guardo ciò che sta accadendo in questi giorni. 'Questo era il metal di ieri e questo è il metal di oggi', oppure 'siete sfigati se non apprezzate il nostro tipo di metal'. Il metal é metal! Ha atteggiamenti diversi, naturalmente, alcuni più aggressivi, altri più melodici. Quando sono cresciuto nei primi anni ottanta era normale comprare album degli Iron Maiden e dei Queensryche, ma anche degli Slayer, dei Metallica, tutta quella roba.. ‘Show No Mercy’, ‘Kill'Em All’, ‘The Number Of The Beast’. Era tutto fottutamente assassino. E' ciò da cui proviene tutta la mia ispirazione. Non uno specifico album, non una specifica band o uno stile particolare, ma proprio tutti i musicisti e gli stili. Il gusto melodico, l'intensità di ‘Kill'Em All’. Quando quest'album é uscito, era questo. Allo stesso modo ‘Show No Mercy’, semplicemente non avrebbe potuto essere più veloce in quel momento. Nessuno avrebbe potuto immaginare ciò che sarebbe stato. Tutto questo è così entusiasmante. In quel periodo sono usciti alcuni dei più grandi album di musica melodica mai pubblicati. ‘The Number of The Beast’,’ Iron Maiden’, poco dopo ‘Piece Of Mind’. Solo pietre miliari, roba incredibile." (1998)

"Black metal? Ho sentito parlare di quello di cui ho bisogno di sapere a riguardo, le cose basilari. Tutti hanno lo stesso look e lo stesso suono. In cinque o dieci anni la gente potrà dire che questo è black metal, ma sai, io ho sentito fare queste cose dal 1983. Se ho voglia di ascoltare black metal ascolterò ‘Black Metal’ dei Venom, se voglio sentire qualcosa di più intenso ascolterò ‘Seven Churches’ dei Possessed o ‘Haunting the Chapel’ degli Slayer. Voglio sentire gli ideatori, non gli imitatori. Ci sono troppi imitatori là fuori, ed é lì che scatta la divisione. tutti si tirano merda a vicenda e si spacciano per ideatori, ma l'unica cosa che dovete fare é guardare indietro per vedere da dove tutto proviene. E' ridicolo." (1998)

"Sono un bastardo testardo. Ed in procinto di tornare con una vendetta. Ecco perché mi sento così bene col nostro nuovo album e del passaggio su un'etichetta come la Nuclear Blast, che é puro heavy metal. Metal reale. Penso sia un sentimento di unione, che unisce i fans e li fa sentire una parte di esso. La band che ha le palle di definirsi heavy metal é una parte importante di esso, e io sono orgoglioso di chiamare questo gruppo una band heavy metal. I veri fans dell'heavy metal sono così irriducibili da non metterlo mai da parte. Purtroppo ci sono un sacco di band metal che si tagliano i capelli ed iniziano a suonare quella roba alla moda; fondamentalmente un sacco di persone ha scelto questa strada più facile, meno tecnica. Il metal combina elementi come la tecnica, la pesantezza, l'aggressività, la melodia. I Death sono una band con tutti questi elementi. Penso che in questo tipo di musica ci sia tutto, e per questo piace a tanti fans. Ciò che mi rende ostinato é il mio amore per la musica, proprio come tutti i fans. Rimanere un fan mi ha aiutato a non girare le spalle a ciò in cui credo. Questo é cruciale, devi essere un fan. Non si può appartenere ad una band senza preoccuparsi di ciò che accade intorno. Non ho mai parlato con James Hetfield o Dave Mustaine, ma devo dire una cosa, sono rimasto un sincero appassionato, fedele allo spirito dell'heavy metal, che è ciò in cui ho sempre creduto. I Metallica sono l'esatto contrario di ciò che erano quando hanno iniziato: sono diventati ciò che criticavano quando erano una band metal. E' molto offensivo per me leggere articoli in cui loro si dichiarano irremovibilmente lontani dall'essere una band metal. Ho letto interviste in cui Hetfield sostiene che loro non sono qui per salvare l'heavy metal. Che cosa orribile da dire. Una band che ha fatto tanto per l'heavy metal ora crede di farla franca con qualsiasi cosa perché divenuta potente. Stanno tirando un sacco di merda negli occhi della gente, ma molta gente non è cieca di fronte a ciò che essi stanno facendo. E' il più grande bluff che abbia mai visto. Ed é patetico. La loro musicalità é patetica, il loro atteggiamento è orrendo, in pratica stanno prendendo a pugnalate tutti i fans del metal che li appoggiavano. Erano una mia grande influenza nei primi anni '80, ricordo che al liceo cercavo di convertire le persone a fan dei Metallica, e mi rispondevano 'cos'é questo rumore'? Ogni ragazzino in America sfoggiava una maglietta dei Metallica. E' la loro sincerità che manca, dovrebbero cambiare il loro nome e smettere di vivere su di esso, perché il nome non ha più nulla a che fare con la band. Si tratta di una band completamente diversa. I Megadeth almeno hanno mantenuto un suono pesante, anche se non sono un grande fan dell'ultimo album, penso che Marty Friedman sia un pò frenato e mi piacerebbe sentirlo di più. Sono un suo grande fan fin dai tempi degli Hawaii e mi piacerebbe sentirgli suonare qualcosa di più aggressivo. E' strano, perché ho letto una sua intervista in cui diceva che la musica va al di fuori dei confini che l'heavy metal impone. Io non vedo ostacoli, il nuovo album dei Death sta spingendo le cose al limite massimo, se esiste. Penso che se si ascolta il nostro nuovo disco si possa sentire il metal più ribelle del momento, non c'é niente alla moda. Io non seguo le tendenze, non presto loro attenzione. Esse sono solo qualcosa di temporaneo e sfortunatamente l'America è un paese molto impressionabile, in cui le persone vengono tratte in inganno. Ecco perché la gente va in giro con i pantaloni larghi, di dieci taglie più grandi. Io non capisco. Uno dei miei obiettivi è diventare la coverstory di Guitar World, sarebbe un sogno personale. Ognuno ha i suoi sogni ed i suoi obiettivi, e bisogna sparare alto perché si vive una volta sola. I miei obiettivi sono alti, e per questo sono ancora qui. E' qualcosa che mi piacerebbe vedere, non posso neanche dire quanto ne sarei entusiasta. Sono stanco di vedere in copertina band so-lo perché sono popolari e non per il loro effettivo lavoro di chitarre. Vedo un gruppo come i Matchbox 20 sulla copertina di Guitar World e penso che a malapena si sentono, le loro chitarre. Abbiamo bisogno di iniziare a vedere sulle copertine di riviste del genere delle persone che realmente suonano i loro strumenti." (ottobre 1998)

"Perseveranza significa passare attraverso tutti gli avvenimenti, positivi e negativi, che la vita ti pone davanti ogni giorno; perseveranza significa avere degli obiettivi da raggiungere, ben chiari in testa. Proprio la perseveranza e l'ostinazione mi hanno permesso di arrivare dove sono adesso, passando sopra al sistema e a tutte quelle mode che divorano nel giro di pochi mesi migliaia di gruppi, sopratutto qui in America. Conosco tanta gente che a un certo punto ha girato le spalle al metal e che oggi cerca di dire e fare il contrario. Sai meglio di me che qualche anno fa il termine heavy metal era considerato come una sorta di spauracchio, un tabù. Ebbene, quando io mi guardo allo specchio e mi chiedo chi sono, vedo Chuck Schuldiner: un metal fan che ha la possibilità di vivere grazie alla musica che suona. Anche per me sarebbe stato facile dare un taglio netto ai capelli, farmi crescere la barbetta sul mento e dire 'eccomi, signori, una volta suonavo metal ma adesso faccio altre cose'! Fortunatamente, ci sono ancora tanti ragazzi che adorano questa musica, ed é giusto rispettarli, accontentarli"

Tra gli scazzi maggiori che Schuldiner ha dovuto subire in carriera, vestono un ruolo di primo piano quelli giunti per opera delle case discografiche, da sempre costituite da sciacalli avidi che il chitarrista ha sempre considerato tra i suoi nemici giurati. A costo di restare a piedi, Chuck ha sempre fatto di testa sua: diverse porte sono state sbattute, e le frecciate polemiche non hanno mai smesso di colpire gli imprenditori del music business: corrotti, assetati di danaro e sempre pronti a pubblicizzare un qualche nuovo trend piuttosto che un disco con gli attributi.

"Stiamo cercando una nuova etichetta negli Stati Uniti, perchè siamo fregati in continuazione. Questo è il nostro quarto album, ma abbiamo ricevuto le solite scuse di sempre, niente di diverso. Cose del tipo che non ci sono abbastanza soldi,che non si possono fare ulteriori pubblicità, e io sono stanco di queste persone! Quelle persone (i tizi della Relativity, ndr) vogliono fottere il mio futuro e la mia carriera, mentre questa band dovrebbe definitivamente diventare la più grande d'America! Questa è una forma legittima di musica, che potrebbe generare una carriera, se solo l'etichetta contribuisse in modo più importante, è tutto quello che chiedo." (febbraio 1992)

"Su ‘Individual Thought Patterns’ mi sono scrollato di dosso tutti i problemi degli scorsi anni. L'album é una dichiarazione, illustra il mio rapporto con la stampa e l'industria discografica, che io odio, anzi peggio, detesto. Ho molto a che fare con le persone di questo business e il 75 per cento di esse abusa del proprio potere; in principio promettono montagne d'oro, ma quando si tratta di mantenere i patti pensano solo al loro profitto. La maggior parte dei manager sono lupi travestiti da pecore, sono molto corrotti. Il mio rapporto con la Music For Nations é grande, ma resto vigile, non voglio essere fregato di nuovo. I pezzi grossi, seduti nelle loro torri d'avorio, cercano di rubare anche l'ultimo centesimo dalle tasche delle band. Non capisco perché. Non hanno nient'altro da fare? Può sembrare estremo, lo so, ma non parlo a sproposito, non faccio storie. Quello che dico nelle mie canzoni é la mia personale opinione sulle persone con cui faccio affari; vi posso assicurare, del resto, che ogni band potrebbe dire la stessa cosa. Per anni ho registrato demo e suonato in piccoli club, lo abbiamo fatto tutti e nessuno ci ha limitato; ma quando si rilascia un album, tutto ad un tratto la tua vita cambia. Le persone d'affari si mettono a pontificare il tuo futuro, e si aspettano che tu sia una rockstar ventiquattr'ore al giorno. Orribile. Io amo tenermi il più lontano possibile da quel circo, e amo vivere la mia vita a casa, andare al cinema, fare una passeggiata, nuotare.. E' meraviglioso." (luglio 1993)

"Nel business musicale ci sono un sacco di cose che mi fanno veramente molto male. E' molto facile arrabbiarsi velocemente, ed ho usato le canzoni per sbollire la rabbia. Devo chiarire che tutte le band, dopo il demo di rito, arrivano a trattare con un sacco di gente pessima ed orribile. Non solo per quel che mi riguarda, ma prima o poi tutte le band vengono derubate. Io voglio solo fare musica, ma non appena questo diventa il tuo lavoro le porte si aprono a grandi catastrofi. Spesso ai fans basta chiedersi perché certe band si sciolgono, e abbastanza spesso la loro risposta é che esse sono diventate vittime del sistema." (luglio 1993)

"Negli ultimi due anni la mia vita privata ha preso una nuova, e migliore, direzione e questo mi ha spinto a comportarmi in maniera meno irascibile e mi ha reso più sereno ed appagato. Inoltre ho imparato a trattare con l'industria discografica, a prendere le distanze e sopratutto a farmi rispettare, mentre in passato, per eccessiva buona fede, mi sono lasciato ingannare con estrema facilità dal music business. Adesso, mi dispiace per loro, sono cresciuto e non sono più quel ragazzino ingenuo e sprovveduto di un tempo. ‘Symbolic’ è la mia risposta a chi ha cercato di pugnalarmi alle spalle. E' un disco che rappresenta una svolta, una decisa cesura col passato e si configura dunque come un nuovo inizio. Per questo è privo di rancore e rabbia ed è più carico di vibrazioni positive. Ciò non toglie che l'aggressività è ancora una componente fondamentale della mia musica e come tale è presente anche qui. Del resto, sono ancora molte le cose che mi fanno incazzare in questo mondo; su tutte la corruzione e la maleducazione di certi individui." (ottobre 1995)

Le ultime dichiarazioni di Chuck Schuldiner, tuttavia, restano le più toccanti. Ormai segnato dalla malattia, il chitarrista continuava strenuamente a proteggere la fiammella della speranza da quegli aliti di Morte che stavano soffiando sul suo capo. La depressione, l’attesa frenetica di sapere cosa ne sarà del proprio futuro, i pareri contrastanti dei medici: quanti aghi si possono conficcare nelle carni di un malato di cancro, mentre i suoi giorni scorrono inesorabili! Chuck Schuldiner ha combattuto la malattia col coraggio di sempre, la determinazione tipica del suo carattere cocciuto, l’orgoglio di non cedere mai, di un millimetro. Corpo a corpo col mostro, a testa alta. Ma non ce l’ha fatta. O forse sì: potrà sembrare una frase banale e ad effetto, eppure proprio la Morte –il nome che lo ha accompagnato in tutta la sua carriera- lo ha consacrato all’eternità. Ci sono dei personaggi, degli artisti, degli idoli, dei grandi uomini, che perdono la piccola battaglia della vita, ma vincono la guerra dell’immortalità: non lo abbiamo più tra noi, non possiamo più ascoltare i suoi nuovi riff, né sua madre potrà più cingerlo in un abbraccio, è vero, eppure lui sarà per sempre vivo e presente, tangibilissimo, nelle vite di migliaia di persone. Tutti siamo destinati alla fine, pochissimi quelli che resteranno impressi nella storia quanto lui.

"E' una cosa strana, perché di cancro si sente parlare in continuazione, ma si pensa che la cosa non possa toccarci personalmente o comunque riguardare le persone che ci sono vicine. Per me è stato uno shock, anche perché ero convinto di avere un problema muscolare al collo e mai avrei pensato ad un tumore al cervello. Ho girato per ospedali e consultato medici, e quando la diagnosi è stata certa per me è stato l'inizio di un incubo. ma al tempo stesso mi sono reso conto che la cosa migliore da fare era accettare immediatamente la situazione senza deprimersi, ma combattendo per riuscire a sconfiggere quel terribile male. Ho cercato di concentrarmi su me stesso senza pendere dalle labbra dei medici, di non pensare più di tanto al mio stato, perchè in quella situazione non puoi che aspettare e spesso i periodi di attesa prima dell'intervento sono lunghi e rischi di impazzire. Anche adesso non posso che aspettare i risultati delle terapie, e nel frattempo mi concentro sulla musica e sulla mia vita privata che è continuata esattamente da dove l'avevo lasciata, in maniera assolutamente normale. A volte non è facile, perchè la depressione è dietro l'angolo, ma è l'unica cosa che posso fare. Normalmente viviamo la nostra vita quasi lasciandola scorrere, senza renderci conto di non essere eterni e di quanto possa essere importante ogni giorno della nostra esistenza. Io ho imparato a viverla, a gioire di tante piccole cose che in passato non notavo o davo per scontate, anche una prospettiva per il futuro ti appare differente e più entusiasmante." (luglio 2000)

Dieci anni. Negli ultimi dieci anni della sua vita, Chuck Schuldiner ha pubblicato quattro dischi epocali targati Death, e viene da chiedersi cos’altro la sua mente fervida avrebbe generato nell’ultima decade. Come si sarebbe evoluto ulteriormente? Verso quali rotte avrebbe sospinto la sua strabiliante progressione tecnica? I soliti quesiti perenni che mai troveranno una risposta affidabile. Dieci anni sono passati da quel triste tredici dicembre 2001, quando il Signore del metal chiuse gli occhi per l’ultima volta, forse volando dal suo amato fratellone e sicuramente incarnandosi in angelo custode, per ognuno di quei suoi fans adoranti che continuano a sentirne il respiro, a scorgerne gli occhi, velati di tristezza ma sempre così strafottenti, impenetrabili. Senza di lui, l’heavy metal non si è mosso minimamente da com’era dieci anni fa, o quasi: purtroppo permane viva e vegeta tutta quella spazzatura che lui ripudiava, nel mondo della musica come in quello esterno. Non ne sarebbe stato contento, ma avrebbe continuato a lottare, sempre in prima linea. L’ultimo ricordo lo lasciamo a chi Chuck lo ha conosciuto bene: il fido bassista Steve Di Giorgio, che spese per l’amico queste parole da brivido poco dopo la scomparsa. Si completa così il tributo necessario ad un uomo inimitabile, una figura centrale nello stile di vita e negli ideali di chi scrive e che, a nome di tutte le legioni di metalheads che sempre lo ameranno, scandisce per lui l’ennesimo grazie, rotto dal brivido, dalla commozione, dalla pelle d’oca. Ciao, Evil Chuck.

"Sono molto triste... Questa è la prima volta che sono stato al computer da quando ho sentito la notizia. Posso vedere che quest'ultima viaggia velocemente. Tutti sono informati ormai. Inoltre desidero ringraziarvi per le vostre parole gentili di preoccupazione e di supporto. Ora, che posso aggiungere? Abbiamo perso un'icona nel mondo della musica Metal. E il fatto più importante è che ho perso un buon amico di molti, molti anni. Siamo nati nello stesso anno ed avevamo molto in comune. È ovvio che io suonassi il mio meglio con lui, e in un modo o nell'altro mi affidava le linee di basso più malate. Mi spingeva sempre a fare di più, pensare di più, per uscire dagli schemi e trovare le cose più innovative, ma sempre mantenendo la formula. Ho perso un'ispirazione alla mia personale ricerca musicale, mi mancherà per sempre. Eravamo nel bel mezzo della composizione del nuovo album, ed è incredibilmente triste che lui non abbia potuto vedere il suo completamento. Faremo del nostro meglio per finirlo in suo onore, ma non sapremo mai se sarà come lo aveva voluto lui. Questo è il minimo che possiamo fare per qualcuno che ha dato così tanto e si è curato così tanto riguardo quello che suonava e dell’effetto che faceva anche a coloro che credevano in lui. Comunque in un certo senso sono felice, perché la sofferenza era grande per lui; non potrebbe suonare ancora la sua chitarra, riorganizzare la sua nutrita collezione di vinili, lavorare attorno alla casa, andare al mare, ai concerti: le cose che lui amava fare. Lui non si meritava una vita senza queste cose, che lo rendevano chi era. Perché lui era quello che amava. Amava moltissimo la sua famiglia, non stando mai troppo lontano da sua madre, suo padre, sua sorella e suo nipote. Amava gli animali e anche loro erano la sua famiglia. Amava l'aria aperta, i barbecue, le spiagge, le passeggiate, il canottaggio, cose che prendevano un sacco di tempo quando non stavamo scrivendo nuove canzoni. Naturalmente amava la musica, ne aveva fatto la sua vita, e noi ne avevamo fatto la nostra. È vero che lui ha avuto qualcosa di molto serio, e possibilmente qualcosa che ultimamente l'ha coinvolto molto. Ma io voglio che voi ignoriate tutti i pettegolezzi, le voci, le cazzate, e sappiate che lui non ha mai accettato il suo destino. Non ha mai desistito dal provare a cambiarlo. Soccombeva quando era in piena attività, e ha combattuto tenacemente fino alla fine. Gli fu detto dal suo primo dottore che non aveva molto da vivere, così lui andò da un altro. Quando quei dottori gli dissero lo stesso, lui perseverò, perché voleva trovare la risposta che voleva, non quella che gli davano. Ha viaggiato per tutto il Paese cercando qualcuno che lo aiuti nella sua battaglia. Non avrebbe accettato un ‘no’ come risposta. La sua voglia di vivere aumentò quando le cose cominciarono a migliorare per lui. La sua famiglia non esitò mai a fare tutte le cose necessarie per lui. I suoi amici hanno provato a fare tutto il possibile. E i fan e i sostenitori ovunque, le cui parole e contributi hanno tenuto viva la fiamma anche quando le cose sembravano le peggiori. Era orgoglioso del suo lavoro, il suo cuore batte ancora per noi ogni volta che noi ascoltiamo le sue canzoni, perché il suo cuore è nella sua musica. Addio per un grande fratello del Metal, mi mancherai molto di più di quanto le parole possano esprimere."


 

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